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Jane Alexander: "Fare la cattiva mi diverte"

di Danila Elisa Morelli©

Grazie al portamento altero ed all’enorme parrucca che le ricopre il capo, Jane Alexander appare ancora più alta del suo già abbondante metro e ottanta. E sembra perfino non soffrire il caldo afoso di questa torrida giornata di giugno sebbene sia truccata pesantemente ed indossi, oltre alla capigliatura posticcia, uno splendido vestito di foggia settecentesca, bustino ed imbottiture comprese.

Ci troviamo su un set, quello della fiction in costume Elisa di Rivombrosa: Jane interpreta Lucrezia Van Necker, l’intrigante marchesa disposta ad ogni sotterfugio pur di ottenere i suoi scopi e di porre fine alla passione sbocciata tra l’Elisa del titolo, umile dama di compagnia interpretata da una solare Vittoria Puccini (qui alla prima grande prova d’attrice), ed il nobile Fabrizio, impersonato da Alessandro Preziosi (sì, quello di Vivere). Fanno parte del nutrito cast: Regina Bianchi, Pierluigi Coppola, Enrico Beruschi, Antonino Juorio, Luca Ward (finalmente attore in carne ed ossa e “non solo” voce prestata a divi come il Russell Crowe del Gladiatore).

Non stupisce che la regista Cinzia Th Torrini definisca questa produzione un “kolossal”: un investimento, stanziato in gran parte da Mediatrade, di oltre 30mld di vecchie lire, oltre 1000 costumi di scena di cui 350 creati appositamente dall’equipe di Claudio Cordaro, 140 tecnici, 40 attori fissi e 3000 comparse. Lo sforzo produttivo si palesa anche nella scelta delle location: verranno utilizzate 200 ambientazioni differenti la maggior parte delle quali sono castelli e palazzi piemontesi individuati e resi disponibili dalla Film Commission Torino Piemonte (tra cui il Castello di Agliè).

L’intenzione è di creare un prodotto televisivo che abbia la qualità ed il respiro tipici del grande schermo: un film lungo una ventina di ore, un feuilleton in grado di catturare un vastissimo pubblico.

Il risultato sarà trasmesso, in tredici serate, il prossimo anno su Canale5.

Come dicevamo, nella fiction Jane rappresenta la malvagità. Nella realtà è aperta e disponibile.

Un aggettivo per descrivere Jane Alexander come persona, come conduttrice e come attrice.

Come persona sono buona, come conduttrice pazza, come attrice sono un’incapace: ho appena iniziato...

Appena iniziato? Ma se hai fatto per anni la doppiatrice…

Sì, è vero, ma in lingua in inglese: se mi senti parlare in italiano è tutta un’altra cosa... Cambio anche voce, oh yeah.

Ti sei definita una persona buona ed interpreti un personaggio diabolico…

In un certo senso penso di ispirare questo negli altri, di avere le phisique du role… La cosa mi diverte perché mi consente di fare quello che mi pare. Qui faccio sesso e ammazzo tutti: meglio di così!

Hai appena finito di girare “Mi chiamavo Sabina Spielrein” (poi arrivato nelle sale con il titolo "Prendimi l'anima", n.d.r.) per la regia di Roberto Faenza. Un altro film in costume in cui interpreti la moglie dello psicanalista Jung…

E’ capitato per caso: dicono che ho la faccia da film in costume. Io vorrei tanto fare un film in costume, ma da bagno, magari in Giamaica. Scherzi a parte: mi piace indossare abiti belli come questo… Posso dirti una cosa, piccola piccola piccola, su questa produzione?

Certo.

Volevo dire che la cosa più “fica” di questo film in assoluto è che con tutte le ragazze del cast, in special modo con Vittoria Puccini e Antonella Fattori, si è creata un’intesa splendida, c’è un enorme feeling che rende tutto più facile.

Pensi di dedicarti completamente alla recitazione? Abbandonerai il piccolo schermo?

Non vedo l’ora di tornare in TV. Vorrei fare qualcosa in diretta. Non ho progetti particolari, ma la diretta mi piace da morire.

Quindi l’esperienza di Zengi e di Blind Date, i programmi che ti lanciarono su LA7, ti ha lasciato un bel ricordo?

Zengi era fichissimo. Di Blind Date ricordo con piacere i costumi che indossavo ed il fatto che giravamo otto puntate in un giorno e mi passavano i copioni un secondo prima di registrare.

C’è una domanda a cui non ti va di rispondere ed una che invece vorresti ti ponessero?

Ad infastidirmi non è una domanda: non sopporto quelli che quando mi presento “Salve, io sono Jane” ribattono “Ed io Tarzan”. Mi capita da quando ero piccola, ormai non riesco più neanche a sorridere. Una cosa che vorrei mi chiedessero… nulla, preferisco essere colta di sorpresa.

Sei felice in questo momento? Sempre che tu creda si possa esserlo.

Ci credo e credo di poter dare felicità, di poterne donare agli altri. In questo momento sono soddisfatta.

Un sogno nel cassetto ancora non realizzato?

Prendere un casale per farci una locanda: mi sono data dieci anni di tempo per realizzarlo.

A fine riprese cosa farai? Ti getterai in qualche nuovo progetto?

Assolutamente no: ho intenzione di prendermi un mese di vacanza.